“E mi sono messa a ballare”
Se guardi solo la parte che manca non sentirai la musica. Potrebbe succedere. Che ti fermi a guardare una cosa che in realtà non c’è. Ma così facendo rischi di perdere tutto il resto. Rischi di perderti una storia che si è conclusa con una danza.
A 34 anni a Noemi è stato diagnosticato un cancro al seno. Seguì la mastectomia. Il ricovero. La degenza. E il momento culmine. “Quando, dopo la mastectomia nel novembre 2007, è arrivato il momento di togliermi le bende, ho abbassato le luci del bagno. Temevo di guardarmi allo specchio: avevo davanti a me l’infelice immagine di una donna che si scopre e quanto avevo letto su un “manuale dei sopravvissuti” che mi aveva dato l’ospedale. Invece… avevo 34 anni, mi sono guardata allo specchio e mi sono messa a ballare. Il mio corpo se lo poteva ancora permettere, potevo “sorridere” di ciò che avevo letto. Io mi sono sentita donna lo stesso e piena di vita”.
E la musica in quell’immagine si sente. Nelle sinuosità dei fianchi che ammiccano da un lato, nel ventre di una femminilità ancora giovane, nel seno piccolo e nelle braccia sollevate a sostenere un obiettivo riflesso che fissa, per sempre, le movenze di quella danza.
Ma se per un attimo ti distanzi da quella danza ti accorgerai che la protagonista non è lei, ma sei tu, ora, lì, a essere davanti a quell’obiettivo. Davanti a quella foto, sarà la tua espressione, visitatore, stupita, rapita, forse scandalizzata a essere immortalata. A prendere forma saranno i tuoi pensieri, le tue opinioni, magari i tuoi pregiudizi. E lei gioiosa, danzante, consapevole, nella freschezza della sua giovanile bellezza, dietro a quell’obiettivo, sarà lì ad osservarti.